Le Case di Chiara

Nomadismo digitale: vivere e lavorare ovunque

Chi non ha mai sentito parlare di nomadismo digitale? Tante persone, ancora oggi, storcono il naso quando sentono questo termine. Eppure, se fino a poco tempo fa poteva sembrare il sogno di pochi, oggi è una realtà concreta e tangibile.

Freelance, liberi professionisti e, in seguito ai cambiamenti innescati dalla pandemia, lavoratori in smart working, si definiscono in certi casi “nomadi digitali”. Ma cosa significa esattamente?

Gli stereotipi che ruotano intorno a questa figura sono tanti e, come capita spesso, molto lontani dalla realtà. Si immagina ad esempio un ragazzetto sfaccendato che gira il mondo postando foto sui social e per il quale il lavoro è l’ultimo pensiero.

La realtà è ben diversa, in quanto, se si vuole davvero fare del nomadismo digitale il proprio stile di vita, sono necessari impegno, determinazione e autodisciplina. E anche il ragazzo che posta foto e gira il mondo, se vive davvero come nomade digitale, in quelle foto mostra solo una piccola parte della sua realtà.

Proviamo dunque a capire chi è e cosa fa il nomade digitale.

Nomadismo digitale: in cosa consiste

Chi lavora da remoto non è necessariamente un nomade digitale. Si può infatti parlare di nomadismo digitale quando il lavoratore ha la possibilità di scegliere da dove lavorare.

Esistono nomadi digitali che lavorano per la maggior parte del tempo dalla propria abitazione oppure da uno spazio di coworking. Ciononostante, possono decidere in qualsiasi momento di prendere il loro computer e andare a lavorare al mare, in mezzo a un bosco, oppure in una località estera.

Qualcuno potrebbe sfruttare al massimo questa opportunità, scegliendo di vivere e lavorare su un camper, spostandosi costantemente. La parola d’ordine è: viaggiare.

Insomma, non esistono regole, ma una cosa è certa: il nomadismo digitale richiede tanta determinazione. Lavorare dove si vuole e magari anche con i propri tempi, non significa lavorare poco, anzi!

La vita del nomade digitale non è avventura e relax, come molte foto che spuntano come funghi sui social possono far credere. È importante saper gestire il proprio tempo in modo proficuo, organizzando la giornata lavorativa così da rispettare scadenze e consegne.

Il nomadismo digitale e lo smart working

L’emergenza sanitaria da Covid19 ha portato tanti cambiamenti nelle nostre vite, premendo, in alcuni casi, sul pedale dell’acceleratore. Il nostro stile di vita è mutato all’improvviso, non dandoci il tempo di adattarci.

Un esempio su tutti è lo smart working: lavoratori che fino al giorno prima si recavano quotidianamente in ufficio, si sono trovati a dover lavorare da casa. Situazione entusiasmante in un primo momento, che ha però pian piano mostrato tanti aspetti negativi.

Aspetti emersi per lo più a causa della brutale rapidità con cui il cambiamento è stato imposto, senza permettere di vivere quel periodo di lenta transizione fondamentale per modificare le proprie abitudini.

I lavoratori si sono trovati a dover lavorare nelle proprie abitazioni, spesso prive di postazioni adatte: sedie scomode, scrivanie troppo basse, rumori, elementi di distrazione. Il lavoro a distanza richiede anche la capacità di gestire il proprio tempo, cosa che tanti non sono riusciti a fare. Si sono trovati a lavorare non otto, ma dieci, dodici, magari quindici ore al giorno, in orari impensabili.

Questi gli aspetti negativi, ma c’è stato anche qualcosa di positivo. Lo smart working ha infatti aperto anche ai lavoratori dipendenti la possibilità di trasformarsi in nomadi digitali.

Certo, l’emergenza sanitaria ha limitato notevolmente la possibilità di spostarsi e viaggiare. Chi però manterrà la condizione di lavoratore agile anche dopo la pandemia, potrà riorganizzare il proprio stile di vita, spostandosi, se lo vorrà, in luoghi a lui più consoni.

Che lavoro fa il nomade digitale

Per lavorare, il nomade digitale necessita innanzitutto di un computer e di una buona connessione internet. A seconda del tipo di lavoro che svolge, può avere bisogno di altri strumenti, come cuffie, microfoni o tavolette grafiche, o ancora di particolari software.

I lavori che possono essere svolti a distanza sono molti e lo sviluppo di nuove tecnologie amplia sempre più il ventaglio di scelte possibili. Vediamone alcuni:

Chi sono i nomadi digitali?

Come abbiamo detto, sono molti i luoghi comuni e i pregiudizi che circondano chi sceglie questo stile di vita. Molti pensano che:

In realtà, il nomadismo digitale attira persone di ogni età ed estrazione sociale. La qualità degli strumenti può avere un suo peso per certe figure professionali, come i grafici o i videomaker. Per altri, come i copywriter o i programmatori, sono sufficienti un portatile di buon livello, una connessione internet e, naturalmente, eventuali software.

Le competenze devono naturalmente essere adeguate al lavoro che si sceglie di svolgere e costantemente aggiornate.

Conclusioni

Il nomadismo digitale è uno stile di vita che può essere abbracciato da tutti coloro che lavorano a distanza, sfruttando la potenza del web e senza l’obbligo di recarsi quotidianamente in un luogo fisico.

I nomadi digitali devono essere in grado di gestire in autonomia impegni e tempistiche. Non svolgono semplici lavoretti, ma tutti quei lavori che, prima dell’avvento di internet, venivano svolti in luoghi fisici e in presenza.

Oggi, non solo i freelancer, ma anche gli smart worker possono scegliere di vivere come nomadi digitali, scegliendo di spostarsi nei luoghi che preferiscono.

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