Il paravento? Bifacciale feticcio

La funzione del paravento?E’ nel nome: ripara dal vento (e nasconde qualcosa).

Leggenda vuole che Mademoiselle Chanel li utilizzasse per nascondere le porte. Perché? Per trattenere gli ospiti a cena.

A inseguire leggende, miti e  manie degli appassionati di questo oggetto d’arredo si legge degli utilizzi più  bizzarri. Talvolta nasconderebbe le cose più belle e misteriose. Altre, sottrarrebbe alla vista quelle più sconvenienti e disdicevoli.

Pare che Mademoiselle ne abbia posseduti trentadue.

Realizzati con l’antichissima tecnica cinese della lacca Coromandel utilizzata nella dinastia Ming, provincia Hu-nan, Cina. E che amasse particolarmente adagiarli lungo le pareti per mostrarne le scene rappresentate sui pannelli.

In realtà, in ogni spazio in cui lo si ritrova il paravento è utilizzato per delimitare un’area intima, un riparo.

Una sorta di limite e accesso alla curiosità.

Che allo stesso tempo sollecita. Come accade di vedere nei film del passato, quando sul paravento sistemato a zig -zag è inquadrato quasi sempre un indumento intimo femminile.

In Occidente ha suscitato l’interesse di artisti fin dal Settecento. In epoche più recenti la curiosità di artigiani e pittori.

Il futurista Giacomo Balla ne inseguì il movimento tracciando linee e  disegni geometrici oltre – perimetro e forme abituali, esplorandone le straordinarie potenzialità decorative. Oggi rieditati da Cassina.

Lo stilista Alessandro Michele, sovvertitore per eccellenza dei  linguaggi estetici comuni  li ha ricondotti alla funzione primitiva: quella del riparo, accogliendoli all’interno di uno spazio più intimo, misterico – mentale – privato della casa, aperta e devota all’occhio magico – feticcio di culto arcano.

Riposizionandoli  in tessuto, etichettandoli come si fa con un capo di abbigliamento, accanto alle sedute, nel  tripudio di quella favolistica che attraversa gli oggetti per la casa, densi di simbologie, colori, microstampe geometriche e floreali. Gucci Home

Cosa c’è di più forte della roccia che ripara?

L’architetto Achille Salvagni nel 2016 lo disegna scultoreo, sull’immagine della roccia scolpita. Bianco.

L’immagine di un monolite-spigoloso, integrato in un paesaggio d’arredo lunare – primitivo, morbido e accogliente. Distante. Calato in  un futuro anteriore, quasi ad ergerlo a simbolo di una funzione di riparo potente, di cui necessitano gli spazi privati divenuti fin troppo pubblici.  Achille Salvagni Atelier

A noi piace pensarlo come un elemento d’arredo estremamente funzionale e fra i più maliziosi che siano mai stati realizzati.

Viene da lontano, dall’estremo Oriente, ma è diventato ben presto un arredo di culto nel mondo. La sua è una storia millenaria. Le origini risalgono all’antica Cina.

In Giappone col  numero pari di pannelli, diverrà una vera   e propria struttura architettonica.

Una necessità divisoria dello spazio. E’ qui, che i suoi pannelli  creano e allestiscono la stanza mobile.

Ed è qui, che sostituendo le pareti  diventa l’elemento d’arredo trainante per la ridefinizione continua dell’ambiente. Mentre il numero dispari di pannelli continuerà a connotare quello cinese con tutte le meravigliose decorazioni ispirate alla natura e ai miti, arrivate fino a noi.

In Occidente sarà sempre considerato un arredo abitualmente funzionale e di abbellimento.

Grazie  all’intervento di pittori e artigiani che ne studieranno le possibilità espressive, valutando i pannelli da decorare con tecniche fra le più raffinate (molto simili a quelle utilizzate per i ventagli) spesso su entrambe le parti, fronte – retro.

Verrà sovente utilizzato in sostituzione di quadri, dietro ai divani,  in sintonia con ambiente e arredi,  tappezzeria e rivestimenti.

E’ tornato soprattutto bifacciale, paradossalmente traslucido, trasparente.

Editato in nuovi materiali, supporto di nuove decorazioni. Ridisegnato  in divisorio fisso, su forme eccentriche.

Nei grandi spazi, snaturato dal naturale movimento dei pannelli  è spesso allestito fisso, maxi e mini. I designer lo hanno reinventato apportando nuove funzioni (spesso aggiungendo mensole e strutturandolo a cabina) oltre a rivalutarlo esteticamente con tutta la gamma di materiali contemporanei più innovativi, specchiatitrasparenti e traslucidi.Glas Italia

Con piani di appoggio, ibridato a uno screen, svuotato a zone, in legno, plexiglas, e in un’infinita varietà di metalli.  Con pannelli in tela e  materiali tessili.

Sono soprattutto quelli bifacciali, decorati da entrambi le parti, che lo riportano a essere protagonista dell’ambiente.

Dove risiede la forza di un oggetto così semplice ?

Modifica ogni spazio, lo caratterizza, in equilibrio fra estetica, ricerca delle forme e dei materiali. Nella maggior parte dei casi rimane un oggetto d’arredo versatile e non invasivo.

Quando parliamo di paraventi non si può non pensare che sia possibile collocarlo ovunque, spostarlo e richiuderlo in qualsiasi momento.

Molto spesso separa la zona pranzo dal resto della casa,  ripara una zona letto, crea un angolo studio e nuove postazioni.

Quando è arrivato in Europa forte della sua semplice struttura, nessuno poteva immaginare le potenzialità espressive e lo spazio che avrebbe occupato (ma è il caso di dire delimitato) nelle nostre case.

Appunti brevi sull’arte delle differenze: divisori o sculture?

MITOLOGICO Coromandel amato da Chanel

SEGRETO

ROMANTICO

ISPIRATO

PROSPETTICO

COSMETICO. Anna Korkobcova

MATERICO. Phillips De Pury

IBRIDATO

MODULARE

NAIF

ECOLOGICO

ETICO

 

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Riguardo Mariano

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