Il Pantone Color Institute ha indicato il rosa per il 2022 come colore dell’anno.
Fra tutti i colori, il rosa, conduce alla dimensione della casa e del femminile, due concetti e due immaginari fra i più profondamente cambiati negli ultimi anni.
Riguardo ai cambiamenti introdotti nella casa negli ultimi trent’anni, non si può che pensare alle tante nuove relazioni semplificate e allo stesso tempo intricate introdotte fra spazio e abitudini: zone – giorno – notte-dentro-fuori. Interni – esterni – sotto – sopra. Postazioni – aperte -chiuse -private -pubbliche. Ambienti minimalisti- massimalisti. Abitacoli- minimi – maxi – medium. E alla fisionomia – ergonomia degli oggetti: onirici – tecnologici – immateriali – materiali. Adeguati. Esteticamente politicamente corretti.
E’ possibile ravvisare in questi cambiamenti una casa che da solida, immutabilmente atavica, nell’arco di trent’anni appare oggi vissuta – gentile – eterea – realista, e come nella scelta del rosa per il 2022 si ravvisi una colorazione metaforica quasi a sottolineare quella linea di confine sempre più mutevole delle differenze di genere. Dei mutati rapporti fra maschile e femminile, che proprio a iniziare dalla casa e dal panorama della quotidianità domestica – una volta regno in rosa, femminile per eccellenza – siano profondamente mutati, riscoprendo nuovi orizzonti di sensibilità, privi di genere.
Sgombriamo subito il campo da ogni equivoco. Non c’è alcuna necessità di definire l’appartenenza del rosa al mondo femminile e domestico che esclude il maschile. Che senso avrebbe? Nessuno. Il rosa non è più quel colore dicotomico che ha diviso da sempre l’immaginario femminile e domestico da quello maschile. Sdoganato grazie alla moda ha contaminato e inglobato trasversalmente tutto.
Non si avverte più neanche l’esigenza di individuare quella sfumatura di tendenza “del nuovo anno” per ridipingere una parete. Non esiste una data di scadenza per il colore. Qualsiasi esso sia, né un luogo o un oggetto destinati al colore. E’ la grande lezione dei colorist: ogni cosa può essere attraversata dal colore, qualsiasi colore. E non esiste un periodo per farlo, né semestrale, né annuale. Quando scegliamo il colore avvertiamo soltanto una cosa: l’esigenza di volerlo in casa. Scelta molto più profonda di una tendenza annuale.
Perché scegliamo il colore? Perché lo avvertiamo come necessità, non come una moda.
Vuol dire che stiamo avvertendo un’urgenza, un bisogno. E le necessità e le urgenze non hanno nulla a che fare con le mode passeggere. La scelta del colore, per una casa, un oggetto, un abito, è molto più profonda di una moda annuale. Il colore incarna l’essenza di noi. E’ un’idea che diventa corporea, fisica. E’ la profondità di noi nascosta portata in superficie. Senza colore non c’è volto. La modificazione dello spazio con il colore è una ridefinizione di sé stessi. Un oggetto, uno spazio non esisterebbero senza colore. Colorare uno spazio significa ricondurre l’attenzione a quell’ambiente a quell’oggetto. Significa animarlo.Il rosa evoca la forza misteriosa di uno stato di quiete. Ed è forse questa l’urgenza avvertita in questo ultimo anno e mezzo. Quella di riportare l’attenzione alle cose familiari, senza sovvertirne l’ordine naturale e l’adattamento, ricercata nell’accoglienza della casa e adattarvisi per rinascere.